13 novembre 2019. L’Alleanza delle Cooperative Italiane incontra a Bruxelles gli europarlamentari italiani per presentare il “Manifesto per una nuova Europa ” e i 19 Dossier che presentano i temi sui quali la cooperazione è attualmente impegnata.

Il documento sottolinea con forza la natura europeista della cooperazione italiana, così come il ruolo centrale delle cooperative a livello globale, nella realizzazione degli Obiettivi di sviluppo Sostenibile e dell’Agenda 2030 dell’ONU e nell’economia mondiale (3 milioni di cooperative attive in tutto il mondo). Con il Manifesto, l’Alleanza delle Cooperative Italiane ha voluto soprattutto farsi portavoce presso il Parlamento Europeo e la nuova Commissione di una forte istanza di cambiamento: per una gestione più efficace dei fenomeni legati al nuovo quadro geopolitico, alla digitalizzazione, all’invecchiamento della popolazione, alla globalizzazione e al protezionismo, ai flussi migratori; e per il rilancio del processo di integrazione come strumento di sviluppo economico e sociale inclusivo e diffuso, basato sulla promozione dei diritti, delle opportunità, della sussidiarietà, della sostenibilità, dell’economia sociale e della collaborazione tra i Paesi membri.

I capisaldi del cambiamento espressi all’interno del Manifesto:

– il riconoscimento al Parlamento europeo del diritto di iniziativa legislativa e di un potere pieno di codecisione;

– il rilancio del ruolo dell’economia sociale nel programma della nuova Commissione;

– una maggiore cooperazione istituzionale e una piena integrazione sul piano delle politiche economiche e fiscali europee.

Al fine di sostenere il ruolo attivo delle cooperative nella promozione di una crescita sostenibile e dei diritti sociali, il Manifesto ha indicato alcune priorità e proposte per la prossima legislazione europea:

– Promozione della biodiversità imprenditoriale attraverso una politica di sostegno alle imprese cooperative basata su:

  1. tutela della specificità di alcune norme fiscali e promozione di un sistema IVA europeo proporzionato alle dimensioni imprenditoriali e agevolato per il settore sociale;
  2. promozione e tutela del Credito cooperativo;
  3. valorizzazione delle filiere agroalimentari e della pesca organizzate in cooperativa e organizzazioni di produttori;
  4. politiche di sviluppo e risorse per rafforzare la competitività delle imprese cooperative a livello globale.

 

Un Social Compact per garantire i diritti sociali tramite politiche volte a:

  1. evitare fenomeni di dumping contrattuale attraverso la previsione di un salario minimo e di uno schema comune di riassicurazione delle indennità di disoccupazione;
  2. promuovere l’infrastruttura sociale e il potenziamento del welfare attraverso sistemi mutualistici a tutela delle persone;
  3. rafforzare le politiche di genere per la parità e la conciliazione;
  4. diffondere la cultura digitale, le politiche attive del lavoro e attività di istruzione e formative a sostegno del reinserimento lavorativo.

 

– Sostegno all’autoimprenditorialità attraverso:

  1. strumenti per la promozione e il sostegno dei WBO (Workers buyout);
  2. le cooperative di comunità come strumento di sviluppo di aree interne, depresse o meno sviluppate;
  3. start up cooperative innovative.

 

– Rafforzamento delle risorse proprie del Bilancio europeo attraverso:

  1. la tassazione delle grandi imprese del settore digitale e un patto di stabilità più flessibile;
  2. consolidamento della politica di coesione e della politica agricola comune;
  3. maggiori risorse per la crescita e gli investimenti;
  4. scomputo dal calcolo del disavanzo delle risorse in cofinanziamento nazionale;
  5. adattamento dei Fondi diretti e indiretti alle esigenze delle imprese cooperative, allo sviluppo dell’economia sociale e dell’innovazione.

 

– Green Deal europeo volto a stimolare politiche innovative a sostegno della:

  1. transizione ecologica e sostenibilità ambientale;
  2. economia circolare e utilizzo di tecnologie pulite attraverso un piano specifico di investimenti (la Banca climatica europea);
  3. rigenerazione urbana, efficienza energetica e sostituzione edilizia;
  4. valorizzazione delle community energy, in particolare in forma cooperativa.

 

– Sviluppo della dimensione internazionale attraverso:

  1. politiche di accordi di libero scambio con altre aree del mondo;
  2. misure “azzeradazi” a tutela dei prodotti recentemente colpiti dalle misure USA;
  3. riconoscimento del ruolo delle cooperative nel Piano degli Investimenti Esterni dell’UE;
  4. sostegno ai processi di internazionalizzazione delle imprese e delle filiere e consolidamento di un Piano di rafforzamento del continente Africano.

 

L’Alleanza delle cooperative italiane ha presentato agli europarlamentari 18 dossier tematici:

 

Politica fiscale – riforma disciplina IVA Economia collaborativa
Politica fiscale – CCCTB Cooperative e servizi di comunità
Banche – Unione Bancaria e Credito cooperativo Politiche di coesione
Agroalimentare – PAC Produzione, lavoro e servizi
Pesca e acquacoltura Agroalimentare – Emergenze fitosanitarie
Occupazione e condizione lavorativa Housing sociale
Welfare sanitario Energia
Pari opportunità Commercio estero e internazionalizzazione
Cultura, turismo e beni culturali, comunicazione Mercato interno

 

Si riportano di seguito le istanze e i temi principali enucleati all’interno di ciascun dossier:

  1. Politica fiscale – Riforma della disciplina europea sull’IVA

– Regime agevolato per i servizi socio-sanitari ed educativi prestati dalle cooperative a persone svantaggiate;

– Regime di esenzione IVA per le prestazioni svolte dai consorzi bancari e assicurativi a favore dei propri soci-consorziati;

– Approvazione delle innovazioni normative – in particolare di natura fiscale – e misure incentivanti previste dalla Riforma del Terzo settore per le imprese sociali e gli enti del terzo settore;

 

  1. Politica fiscale – Base imponibile consolidata comune per i redditi societari (CCCTB)

– Garanzia che l’eventuale approvazione della nuova Direttiva CCCTB tenga espressamente conto delle legislazioni nazionali che in diversi Stati garantiscono un trattamento fiscale di favore alle imprese cooperative.

 

  1. Banche:

– Evitare gli errori commessi in occasione del recepimento di Basilea 2 e Basilea 3 nel recepimento degli Accordi di Basilea 4;

– Mitigare il rischio di un inasprimento generale e significativo dei requisiti di capitale per le banche dell’unione europea;

– Prestare attenzione al tema dell’assorbimento patrimoniale delle partecipazioni delle BCC-CR nel capitale delle rispettive Capogruppo con riguardo alla riforma del Credito Cooperativo e alla conseguente nascita dei Gruppi bancari cooperativi;

– Dare pieno riconoscimento del modello del gruppo bancario cooperativo italiano nel framework prudenziale europeo;

– Definire un “abito normativo” europeo adeguato all’originale profilo che il legislatore italiano ha inteso dare nel 2016-18 al Gruppo bancario cooperativo;

– Evitare che il programma di sostegno e promozione della finanza sostenibile (Action Plan della Commissione UE) risulti insostenibile per banche che hanno il profilo delle BCC-CR a causa di carichi amministrativi derivanti dall’onere della raccolta di dati o dal sistema definitorio (EU Labels ed EU Green bond standard) più facilmente utilizzabile da banche di grandi dimensioni;

– Disegnare un sistema di certificazione adeguato, che non faccia ricadere sulle banche la responsabilità delle dichiarazioni “sostenibili” prodotte dalla catena di valore finanziata;

– Considerare come e attraverso quali canali di trasmissione i rischi ambientali possano colpire la solidità delle istituzioni bancarie e la stabilità finanziaria nel processo di supervision (SREP) e nel risk management delle banche.

 

  1. Agroalimentare – Riforma politica agricola comune (PAC)

– Allocare risorse adeguate allo sviluppo rurale nel futuro bilancio pluriennale dell’UE;

– Garantire un quadro di norme comuni e vincolanti a livello europeo;

– Evitare meccanismi penalizzanti per le imprese più competitive (degressività e capping degli aiuti diretti);

– Introdurre un sistema di premialità volto a favorire l’aumento della dimensione e l’aggregazione delle Organizzazioni di Produttori in varie modalità;

– Sostenere il consolidamento delle cooperative vitivinicole;

– Attribuire allo Stato membro la facoltà di destinare una percentuale degli aiuti diretti al cofinanziamento dei programmi operativi delle Organizzazioni di Produttori in altre filiere.

 

  1. Pesca e acquacoltura

– Politica Comune della Pesca;

– Nuovo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) 2021/2027;

– Revisione del Regolamento Controlli;

– Piano pluriennale per gli stock di piccoli pelagici nel Mare Adriatico;

– Piano di gestione per le risorse demersali in Adriatico con reti da traino (strascico etc.);

– Attuazione regolamento (UE) n. 2018/848 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici;

– Piano di gestione Vongole e riduzione taglia minima.

 

  1. Occupazione e condizione lavorativa

– Promuovere percorsi di promozione di autoimprenditorialità sotto forma cooperativa, i cosiddetti Workers Buy Out;

– Applicare una giusta retribuzione minima per tutelare i lavoratori e le imprese rispetto ad una concorrenza fortemente sleale, attribuendo una validità erga omnes alla contrattazione collettiva leader a livello nazionale, e prevedendo un salario minimo legale unicamente per quegli ambiti di attività e di lavoratori non coperti da tali contratti o per i quali vengano usati CCNL non leader;

– Introdurre uno schema di assicurazione contro la disoccupazione condiviso a livello europeo, attivabile solo in caso di shock macroeconomici negativi di entità elevata e basato su un fondo unico europeo alimentato da contributi nazionali;

– Favorire migliori condizioni sul lavoro (adeguata informativa ai lavoratori sulle loro prestazioni, transizioni da una forma all’altra di lavoro in ottica di maggiore stabilità, percorsi formativi, pratiche di conciliazione tra lavoro e vita privata, tutela dei lavoratori rispetto a orari e organizzazione del lavoro);

– Promuovere la sperimentazione di forme innovative di piattaforme cooperative nelle quali la ridistribuzione della ricchezza e l’utilizzo dei dati generati costituisca patrimonio comune di tutti i soci.

 

  1. Welfare sanitario

– Programmi e politiche più inclusive, che valorizzino ed incentivino l’impresa cooperativa no-profit, di matrice comunitaria ed aperta all’innovazione, quale agente in grado di favorire lo sviluppo di reti territoriali integrate di servizi volte a garantire un accesso più equo ed omogeneo alle prestazioni soprattutto per i soggetti più fragili (anziani, disabili, pazienti psichiatrici, etc.);

– Politiche urgenti, in particolare per le aree territoriali più carenti di servizi, che favoriscano investimenti e stimolino la creazione di imprese mutualistiche tra professionisti sanitari nell’area dell’assistenza primaria;

– Azioni finalizzate alla promozione del modello mutualistico, alla sua diffusione negli Stati membri e a favorirne l’operatività transfrontaliera attraverso accordi di cooperazione tra le mutue esistenti.

 

  1. Pari opportunità

– Maggior impulso alla diffusione capillare delle azioni di welfare aziendale;

– Premialità a quei territori che nelle proposte di programmazione tengano conto del legame tra sviluppo e occupazione femminile, tra occupazione femminile e natalità, tra occupazione femminile e rete di servizi alla persona, tra occupazione femminile e contrasto alla povertà;

– Valorizzazione delle competenze e professionalità femminili anche attraverso incentivi e forme di sostegno e accompagnamento all’imprenditoria femminile;

– Previsione di fondi dedicati ai servizi di accoglienza e tutela e all’inclusione lavorativa di donne vittima della violenza di genere;

– Diffusione sistematica di dati e buone pratiche.

 

  1. Cultura, turismo e beni culturali, comunicazione

Aumento di risorse destinate ai Programmi che interessano la cultura in maniera diretta e indiretta;

– Definizione di strutture normative coerenti nei diversi Stati membri, che consentano di incentivare con strumenti speciali le diverse realtà imprenditoriali ad alta intensità di produzione intellettuale;

– Creazione di un osservatorio sui diversi modelli di gestione del patrimonio culturale applicati dagli Stati membri;

– Maggiore visibilità delle due materie fondamentali, cultura e istruzione, per le azioni politiche dell’Unione Europea;

– In merito al programma EUROPA CREATIVA 2021-2027, maggiore accessibilità da parte delle piccole imprese ai progetti su piccola scala attraverso una maggiore complementarietà tra i diversi strumenti di finanziamento a livello europeo e nazionale; e azioni specifiche sulle competenze per colmare il deficit sulle capacità imprenditoriali e sulle competenze innovative del settore;

– In merito al prossimo HORIZON EUROPE, una connotazione principalmente sociale dell’innovazione prima che tecnologica e un ruolo più determinante dell’impresa culturale e creativa nei prossimi partenariati;

– Adozione della normativa sul copyright e applicazione della cosiddetta Web Tax per correggere le conseguenze dei fenomeni di concentrazione in atto in vari comparti della cultura, dell’editoria e dell’informazione;

– Destinazione di risorse adeguate al settore cultura nella Programmazione delle Politiche di Coesione e l’introduzione di un regime speciale per le aree del Mezzogiorno d’Italia;

– Tavolo europeo che coinvolga associazioni e realtà istituzionali che operano nel settore del turismo sostenibile e responsabile, per l’individuazione di possibili nuove misure di sostegno;

– Attuazione della Risoluzione del Parlamento Europeo del novembre 2015: “Nuove sfide e strategie per promuovere il turismo in Europa”;

– Progetti pilota per promuovere sinergie tra settore turistico tradizionale e sharing economy;

– Incentivi alla nascita di nuove piattaforme cooperative e non profit che valorizzino e mettano in rete le diverse realtà che operano a livello territoriale nella cultura e nel turismo;

– Sforzo comune per affrontare il tema dell’over tourism;

– Azioni pilota per promuovere il ruolo delle cooperative di comunità nel favorire l’integrazione sociale e opportunità di promozione turistica sostenibile.

 

  1. Economia collaborativa

– Supporto alla crescita dell’economia collaborativa attraverso la rimozione delle barriere esistenti, in particolare per le start-up; la definizione di specifiche e adeguate linee di bilancio per consolidare la crescita del fenomeno; la tutela del consumatore e la garanzia della sostenibilità sociale;

– Sostegno alle sperimentazioni imprenditoriali attraverso progetti europei e la creazione di reti europee di supporto all’imprenditorialità cooperativa, tanto dal punto di vista della formazione che da quello dei finanziamenti;

– Coordinamento delle legislazioni europee, che prenda in considerazione le specificità cooperative.

 

  1. Cooperative e servizi di comunità

– Inclusione delle cooperative di comunità nella concezione più ampia e di stampo europeo di impresa sociale;

– Collaborazione tra pubblico e privato per promuovere e condurre progetti di sviluppo territoriale in un’ottica di sussidiarietà orizzontale.

 

  1. Politiche di coesione

– Mantenimento della possibilità di dedicare al settore cultura un Programma Operativo nella programmazione 2021 – 2027, prevedendo che le risorse in cofinanziamento nazionale siano scomputate dal calcolo del disavanzo ai fini del Patto di stabilità e di crescita.

– Partenariato economico e sociale obbligatorio nella gestione dei fondi e l’attuazione del codice di condotta europeo;

– Implementazione di strategie macroregionali;

– Allargamento del concetto di innovazione alla dimensione sociale;

– Rafforzamento dell’autoimprenditorialità cooperativa per giovani, donne, stranieri e lavoratori disoccupati (WBOs);

– Potenziamento degli strumenti di sviluppo delle aree più deboli e dei servizi verso le comunità, attraverso le cooperative di comunità;

– Integrazione dei servizi di welfare, compresi quelli sanitari di base, con quelli lavorativi ed abitativi;

– Potenziamento dell’economia sociale e delle imprese cooperative nei settori culturali e del green.

 

  1. Produzione, lavoro e servizi

 

– Regole volte a contrastare forme di concorrenza sleale in materia di mobilità dei lavoratori;

– Approvazione del principio “stessa paga per lo stesso lavoro” in materia di distacco transnazionale, anche all’ambito dei trasporti internazionali;

– Regole comuni per la corretta gestione e valorizzazione degli investimenti pubblici nei Paesi membri;

– Uniformità nella gestione dei bandi comunitari, tale da consentire alle imprese provenienti da paesi diversi di competere con regole omogenee nel rispetto integrale del principio comunitario di libera prestazione dei servizi e di non discriminazione;

– Tutela per le imprese italiane e limiti all’ingerenza da parte delle multinazionali nell’ambito del Trasporto Pubblico Locale.

 

  1. Dossier Agroalimentare – Cambiamento climatico e nuove emergenze fitosanitarie

– Superamento dei massimali di aiuto e revisione delle soglie di danno;

– Maggiore dotazione finanziaria per i Fondi di mutualizzazione gestiti dagli Stati Membri a livello nazionale;

– Attivazione delle misure eccezionali previste agli art. 221, 227, 228 del Reg. UE 1308/2013, che attribuiscono specifici poteri alla Commissioni in situazioni di particolare criticità;

– Introduzione di miglioramenti nelle modalità di gestione dei Fondi di Esercizio/Programmi operativi delle OP.

 

  1. Housing sociale

– Riconoscimento della centralità dell’Housing Sociale come snodo delle politiche sulle Infrastrutture Sociali e della realizzazione del pilastro europeo dei diritti sociali;

– Piano d’azione europeo per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili;

– Complementarietà tra i fondi della politica di coesione e i fondi delle politiche sociali;

– Rafforzamento delle forme di garanzia collettiva con provviste comunitarie per agevolare l’accesso al credito da parte dei soggetti dell’edilizia residenziale sociale.

 

  1. Energia

– Superare l’esistenza di due definizioni di energy community non del tutto coincidenti per dare certezza giuridica, valorizzando le caratteristiche di mutualità, non lucratività e democraticità delle comunità energetica;

– Predisporre un idoneo pacchetto di regimi speciali e incentivi.

 

  1. Commercio estero e internazionalizzazione

– Attività di diplomazia economica a livello internazionale finalizzata alla stipula di nuovi accordi di libero scambio e al monitoraggio di quelli già approvati;

– Aumento del budget destinato alla promozione del Made in Italy presso i consumatori esteri, soprattutto americani;

– Avvio di un percorso di approfondimento delle opportunità della nuova programmazione comunitaria per favorire la presenza sui mercati esteri delle imprese europee.

 

  1. Mercato interno

– Salvaguardia delle centrali di acquisto al fine di rispondere alle concentrazioni dell’industria e promuovere una maggiore tutela e garanzia dei consumatori e utenti finali;

– Riconoscimento del potenziale di innovazione, soprattutto sociale, delle cooperative di consumo in termini di educazione al consumatore e promozione di azioni concrete sul tema della circolarità;

– Metodologia armonizzata a livello UE per la misurazione degli sprechi alimentari nonché una definizione univoca di cosa si intenda per gli stessi al fine di operare in termini di certezza giuridica;

– Impegno a livello europeo per ridurre l’uso di antibiotici, eliminare la mutilazione animale e monitorare attivamente le pratiche animali attraverso tutta la catena alimentare.

 

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