Pubblicato sulla prima pagina di Avvenire di ieri, domenica 26 novembre, la risposta del Presidente Maurizio Gardini al Presidente Bonomi di Confindustria che sulle retribuzioni ha ribadito che “chi paga poco” sono “blocchi elettorali che non si vogliono toccare, dalle cooperative alle finte cooperative, dal commercio ai servizi“.

La risposta di Gardini ha evidenziato i punti critici su lavoro nero e false imprese nell’economia italiana, nell’articolo dal titolo “Lavoro nero? Operazione verità sulle false PMI”.

L’articolo parla dell’economia sommersa e dei suoi impatti sul Paese, evidenziando che il lavoro nero ha continuato a crescere durante le crisi degli ultimi anni.

Ci sono circa 2,9 milioni di lavoratori in nero, impiegati in false imprese in vari settori, causando evasione fiscale e contributiva molto alta, intorno al 9,5% del Pil, corrispondente a circa 173,9 miliardi di euro (ISTAT). Questa somma è enorme e rappresenta una perdita economica significativa per il Paese, quasi quanto l’importo dell’intero Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Il governo ha cercato di contrastare questo fenomeno, concentrandosi anche sul contrasto alle false cooperative. Tuttavia, questo sforzo è parziale e non affronta completamente il problema dell’illegalità nel mondo del lavoro e delle imprese. Ci sono migliaia di cooperative che non vengono vigilate come dovrebbero, mentre altre cooperative aderenti alle associazioni di categoria sono controllate regolarmente.

La questione è più ampia di quanto si pensi. Il lavoro nero e il caporalato coinvolgono false imprese di tutte le forme, contribuendo alla maggior parte dell’evasione fiscale, contributiva e salariale. Questo problema è dimostrato dai numeri, ma spesso ci si concentra solo su una parte del problema senza vedere la sua vastità.

In alcuni settori specifici come la logistica, il multiservizi e la vigilanza, i contratti firmati dalle cooperative sono anche supportati da Confindustria e sono contratti standard per il settore. C’è l’interrogativo su perché i bassi salari sembrano essere un problema solo per le cooperative. Si chiede una chiara analisi della situazione per creare un nuovo accordo sul lavoro che sia basato sulla verità.

L’economia sommersa coinvolge diverse forme di aziende, alcune delle quali chiedono la cancellazione di determinati tipi di società o almeno una maggiore supervisione per evitare abusi, poiché hanno indebolito i controlli anziché favorire la creazione di imprese.

Ci sono altri due aspetti su cui è necessario concentrarsi: la pratica di committenza privata e le gare d’appalto pubbliche. Nel primo caso, spesso si sfrutta il lavoro per aumentare la competitività senza rispettare i diritti dei lavoratori. Le gare d’appalto pubbliche, invece, presentano spesso il problema del ribasso e non sempre remunerano il lavoro in modo adeguato secondo i minimi contrattuali.

Tutto ciò richiede un impegno comune da parte del governo, del Parlamento e delle parti sociali per affrontare questi problemi, lavorando insieme per promuovere la legalità e adottare misure concrete e realistiche.

Quindi, è importante combattere anche le grandi aziende che affidano lavori a false imprese per ottenere manodopera a basso costo. Quando una grande impresa industriale stipula contratti con false imprese per ottenere manodopera a un costo irrisorio, sta guadagnando sulla schiena dei lavoratori sfruttati da individui malintenzionati e, di conseguenza, è complice di questa situazione.

Non si può girare la testa dall’altra parte e incolpare altri tipi di imprese, perché questo comportamento è moralmente sbagliato e danneggia i lavoratori.

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