La spesa sanitaria privata degli italiani è dal 2012 sempre in crescita, arrivando a contare già nel 2016 +37,3 miliardi di euro sostenuti in gran parte dalle famiglie. 

Secondo gli ultimi dati riportati dal VIII Rapporto RBM-Censis sulla Sanità pubblica, privata e intermediata presentato al Welfare Day 2018, tenutosi  il 6 giugno a Roma, emerge che l’Italia continua ad avere una spesa sanitaria pubblica in rapporto al Pil inferiore a quella di altri grandi Paesi europei. 

Il Rapporto ha presentato anche quest’anno un’infografia del Sistema Sanitario in Italia, focalizzandosi in particolare quest’anno sul Diritto alla Salute e sulla Spesa Sanitaria Privata affrontata nell’esperienza concreta delle famiglie italiane.

In questi anni il recupero di sostenibilità dei servizi sanitari regionali non è stato indolore: 

  • dal 2013 al 2017 la spesa sanitaria pubblica è aumentata del +9,6%, molto più dei consumi complessivi; 
  • è salito a 12,2 milioni il numero di persone che nell’ultimo anno hanno rinunciato o rinviato almeno una prestazione sanitaria per ragioni economiche (1,2 milioni in più rispetto all’anno precedente);
  • nell’ultimo anno 44 mln gli italiani hanno speso di tasca propria per pagare prestazioni sanitarie per intero o in parte tramite ticket. 

Questi costi, ovviamente, hanno inciso maggiormente sui redditi bassi e sulle risorse familiari. Un fenomeno in crescita è l’indebitamento a fronte di pagamenti per la sanità (nell’ultimo rapporto si segnala che sono 2 milioni gli italiani che si sono indebitati e 2,8 gli italiani che hanno dovuto utilizzare il ricavato dalla vendita di un immobile o hanno dovuto svincolare i risparmi). Solo, dunque, il 41% degli italiani riesce a coprire le spese sanitarie esclusivamente col proprio reddito.

Numeri che rispecchiano un allarmante malumore per quanto riguarda dunque le difficoltà di accesso al sistema pubblico sanitario e le difficolta di sopperire a questa mancanza attraverso la disponibilità di risorse proprie.

Quanto si registra nella media nazionale per quanto compete la sanità pubblica è che le liste di attesa sono sempre più lunghe, infatti:

« Per una mammografia si attendono in media 122 giorni (60 in più rispetto al 2014) e nel Mezzogiorno l’attesa arriva in media a 142 giorni. Per una colonscopia l’attesa media è di 93 giorni (6 giorni in più rispetto al 2014), ma al Centro di giorni ce ne vogliono mediamente 109. Per una risonanza magnetica si attendono in media 80 giorni (6 giorni in più rispetto al 2014), ma al Sud sono necessari 111 giorni. Per una visita cardiologica l’attesa media è di 67 giorni (8 giorni in più rispetto al 2014), ma l’attesa sale a 79 giorni al Centro. Per una visita ginecologica i tempi medi sono 47 giorni (8 giorni in più rispetto al 2014), ma ne servono 72 al Centro. Per una visita ortopedica 66 giorni (18 giorni in più rispetto al 2014), con un picco di 77 giorni al Sud. »

Dati dunque che pesano e preoccupano, fermo restando inoltre che a livello regionale la media può incrinarsi notevolmente a seconda delle risorse e delle possibilità sanitarie locali.

Per far fronte a tutto ciò Confcooperative, in linea con quanto dichiarato in un ottica di benessere non solo dei propri soci e dei loro dipendenti, ma in un ottica di benessere della comunità intera ha deciso di mostrarsi più vicina ai propri soci, ai loro dipendenti e alle loro famiglie, aderendo e promuovendo la mutua di Confcooperative, Cooperazione Salute. Strumento di sanità integrativa, che permette, a fronte di un contributo annuale, di ottenere una copertura assicurativa per i lavoratori e per le stesse famiglie, potendo usufruire di prestazioni sanitarie agevolate, di rimborsi spese mediche e di strutture sanitarie locali aderenti all’iniziativa.

Numerosi contratti collettivi nazionali di lavoro, infatti, prevedono ormai l’obbligo in capo alle imprese di versare una quota per ciascun lavoratore per la Sanità Integrativa, perciò la Confederazione Nazionale al fine di supportare le cooperative nell’adempimento di tale obbligo ha istituito un Fondo Cooperativo e una Mutua. 

Cooperazione Salute è la Società di Mutuo Soccorso di Confcooperative, costituita con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di un Sistema Mutualistico Integrato, secondo finalità esclusivamente assistenziali in favore dei propri associati.

Confcooperative Sassari Olbia intende farsi promotrice di tale progetto per offrire un’opportunità di alto valore per le proprie associate, garantendo qualità e assistenza per l’iscrizione e l’accesso ai servizi della mutua.

Le coperture sanitarie integrative in oggetto dovranno essere sottoscritte dalla cooperativa di riferimento e permetteranno ai lavoratori di contenere i costi delle spese sanitarie e/o di godere di un rimborso direttamente sul conto corrente, per:

  • prestazioni di alta specializzazione diagnostica e strumentale
  • visite specialistiche
  • odontoiatria
  • maternità
  • assistenza infermieristica, trattamenti fisioterapici riabilitativi da infortunio

presso il Servizio Sanitario Nazionale (ASL), presso strutture e professionisti convenzionati Asl e presso strutture e professionisti privati accreditati.

Cookie Policy Privacy Policy
Verificato da MonsterInsights