Con l’entrata in vigore del Decreto CACER il 24 gennaio 2024, si è inaugurata una nuova fase per le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) in Italia.
Questo decreto ha ridefinito le modalità di incentivazione per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili, espandendo i limiti precedenti. Se fino a poco tempo fa le CER erano limitate a piccoli impianti collegati a una cabina elettrica secondaria, oggi possono estendersi a cabine primarie e avere impianti di potenza fino a 1 MW. Questo cambiamento ha suscitato un crescente interesse da parte di diversi attori, inclusi enti pubblici e aziende, moltiplicando i modelli operativi disponibili.
Le CER promosse da cittadini tendono a essere di piccole dimensioni e strutturate in forme giuridiche semplici, come associazioni o cooperative, con l’obiettivo principale di ridurre le bollette energetiche. Al contrario, quelle promosse da enti pubblici o religiosi spesso adottano un approccio più inclusivo e orientato alla solidarietà, mirando a un impatto sociale positivo oltre che economico.
Con il nuovo quadro normativo, si è registrato un aumento delle risorse disponibili, sia finanziarie (fondi regionali e PNRR) che tecnologiche (strumenti di progettazione e monitoraggio). Inoltre, sono stati fatti progressi significativi nella definizione di modelli giuridici e nella risoluzione di questioni fiscali e di gestione dei dati.
Nonostante i progressi, permangono alcune barriere significative. Una delle principali è l’esclusione dagli incentivi degli impianti realizzati prima del nuovo decreto o prima della costituzione delle CER. Questo significa che molte nuove CER iniziano senza impianti rinnovabili operativi, ritardando i ritorni economici e creando difficoltà finanziarie, soprattutto per le iniziative guidate dai cittadini.
Un’altra sfida riguarda la difficoltà di reperire fondi sufficienti per la realizzazione degli impianti, dato che il finanziamento a fondo perduto è limitato al 40%. Le soluzioni possibili includono l’utilizzo di misure di compensazione da parte dei comuni, ma queste restano applicabili solo in contesti specifici.
Le difficoltà amministrative, come la definizione di modelli giuridici e la stesura di regolamenti, rappresentano ulteriori ostacoli. Questi problemi, pur superabili con l’aiuto di consulenti esperti, richiedono risorse che non sempre sono disponibili. Pertanto, per Confcooperative Sassari Olbia è stato importante sviluppare percorsi formativi e template di riferimento che possano facilitare la creazione e la gestione delle CER in collaborazione con lo Sportello Energia della Camera di Commercio di Sassari.
Nonostante le sfide, le prospettive per le CER sono promettenti, grazie a una crescente domanda e a politiche volte a superare le barriere esistenti. Innovazioni nei percorsi formativi e modelli aziendali ibridi offrono nuove opportunità, in particolare per le aziende energivore che potrebbero trarre vantaggio dalla creazione di CER per fidelizzare i clienti e offrire prodotti e servizi green a prezzi scontati.
Le CER, inoltre, rappresentano solo l’inizio di un’evoluzione più ampia verso le Comunità Energetiche dei Cittadini (CEC), che integreranno anche servizi energetici e iniziative di economia circolare, creando nuove opportunità di sviluppo locale e sociale. L’idea è di trasformare le comunità energetiche in motori di una nuova economia locale basata sulla condivisione, con vantaggi economici e sociali per tutti i partecipanti.
“La Comunità energetica oggi è un’opportunità”, afferma Cristian Golinelli, segretario generale di Confcooperative “Terre d’Emilia” e amministratore delegato di Power Energia. “Ma è un’opportunità che però non vale per tutti. Deve essere concepita partendo dal basso, dall’esigenza dello specifico territorio. E deve poter dare opportunità di risparmio dal punto di vista economico; ma anche opportunità di sviluppo di efficienza energetica. Questo vuol dire che per chi partecipa a queste comunità ci deve essere per prima cosa la possibilità di contribuire ad un benessere ambientale migliore, poi avere uno scopo sociale ed avere ovviamente anche un ritorno economico”.
Power Energia, la più grande cooperativa di utenza d’Italia e società di sistema di Confcooperative per le tematiche energetiche, si propone come interlocutore strategico per lo sviluppo delle Comunità Energetiche. Questo posizionamento d’impresa nasce dalla condivisione di valori e obiettivi fondativi tra comunità e modello cooperativo, come sottolineato da Golinelli: “Comunità energetica e cooperazione sono praticamente due sinonimi. Fare cooperativa significa rispondere ai bisogni del territorio e delle persone, così come vogliono fare le comunità energetiche. Quindi c’è una similitudine dal punto di vista della mission che è eccezionale. Lo strumento cooperativo, poi, risponde a tutte quelle esigenze che anche la normativa mette in campo per quanto riguarda le comunità energetiche. Per cui posso dire: usate la formula ‘comunità energetica-uguale-cooperazione’ ”. In questo modo, Power Energia si propone di utilizzare il modello cooperativo per rispondere alle esigenze delle comunità energetiche e del territorio, seguendo la normativa e i valori fondamentali della cooperazione.
Per maggiori informazioni sulle opportunità di sviluppo sostenibile, il settore Progettazione e sviluppo di Confcooperative Sassari Olbia e il proprio partner di sistema Power Energia restano a disposizione delle associate.
Fonti: Stato dell’arte, barriere e prospettive delle comunità energetiche – Mauro Annunziato e ASKANEWS