“Recidiva Zero”: il lavoro in cooperativa come chiave per il reinserimento e il risparmio sociale

Si è svolta a Roma, il 17 giugno 2025, presso la Scuola di formazione “Giovanni Falcone” del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, la seconda edizione della giornata di lavoro “Recidiva Zero. Studio, formazione e lavoro in carcere e fuori dal carcere”, promossa da CNEL e Ministero della Giustizia.

Un evento cruciale per promuovere l’inclusione sociale e lavorativa delle persone private della libertà personale, che ha visto la partecipazione delle più alte cariche istituzionali e dei principali attori del settore.

Tra i presenti: il presidente del CNEL Renato Brunetta, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, la ministra del Lavoro Marina Calderone, il vicepresidente del CSM Fabio Pinelli, il capo del DAP Stefano Carmine De Michele e il presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute Riccardo Turrini Vita. Durante la giornata è stato siglato anche un importante protocollo d’intesa tra il CNEL e le organizzazioni delle categorie produttive, finalizzato all’adesione al Segretariato permanente per l’inclusione economica, sociale e lavorativa delle persone private della libertà personale.

In questo contesto, si è inserito l’intervento del presidente di Confcooperative Federsolidarietà, Stefano Granata, che ha sottolineato l’efficacia del modello cooperativo nella lotta alla recidiva. I numeri parlano chiaro: tra i detenuti che entrano in percorsi lavorativi all’interno delle cooperative sociali, meno del 10% torna a delinquere. Un dato in netto contrasto con la media nazionale, che può superare anche il 70-90%.

“Ogni euro investito in questo sistema – ha spiegato Granata – genera risparmi per lo Stato e valore per la società. Il carcere smette di essere una trappola sociale e diventa un ponte verso una vita nuova.”

Le cooperative sociali aderenti a Confcooperative Federsolidarietà, attive nella filiera giustizia, generano un fatturato complessivo di oltre 430 milioni di euro e occupano 11.500 persone, tra cui 3.000 ex-detenuti stabilizzati nel lavoro post-detenzione. Di queste, le cooperative di tipo B – specializzate nell’inserimento lavorativo – rappresentano il cuore pulsante del sistema: oltre un terzo dei detenuti impiegati trova qui una prima vera occasione di reinserimento.

Ma non si tratta solo di lavoro retribuito. Il modello integra formazione, tirocini, borse lavoro, supporto all’abitare e servizi socio-sanitari (compresi interventi nella salute mentale e per persone con dipendenze). Circa 1.500 persone sono attualmente coinvolte in percorsi attivi, mentre oltre 4.000 beneficiano di servizi residenziali specifici.

L’obiettivo è ora superare la frammentarietà delle esperienze, costruendo una piattaforma nazionale tra cooperative, imprese sociali e consorzi per fornire risposte integrate: profilazione delle competenze, bilancio professionale, mediazione lavorativa, accesso alla casa, salute e continuità occupazionale post-pena.

“La cooperazione sociale – ha concluso Granata – dà piena attuazione agli articoli 27 e 45 della Costituzione, che sanciscono rispettivamente la funzione rieducativa della pena e il valore sociale della cooperazione. Il nostro impegno è strutturare un sistema stabile che offra ad ogni persona una vera seconda possibilità.”

La giornata del 17 giugno conferma così che il reinserimento non è un’utopia, ma un progetto concreto che, se sostenuto da politiche attive e partenariati stabili, può cambiare il volto della giustizia penale italiana e restituire dignità, opportunità e risparmio all’intera collettività.

Di seguito il video dell’intervento di Granata, il presidente di Confcooperative Federsolidarietà Nazionale.

Di seguito la locandina e il video della giornata completa sul profilo Youtube del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria:

PROGRAMMA  RECIDIVA ZERO CARCERI 17 giugno 2025.pdf

Fonti

CARCERI.  II EDIZIONE DI “RECIDIVA ZERO”

“Recidiva carcere crolla sotto il 10% con il lavoro in cooperativa”

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