Italia Nostra Sardegna (Associazione Nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione) ha presentato una denuncia formale alla Commissione Europea contro il Governo italiano, accusandolo di violare numerose direttive e regolamenti comunitari, oltre alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, nell’ambito della promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili.

La denuncia si focalizza sulla mancata considerazione delle politiche partecipative locali e sulla promozione di grandi impianti di produzione energetica a scapito delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e degli autoconsumatori.

Uno dei principali punti di critica riguarda la normativa italiana sull’individuazione delle aree idonee per l’installazione degli impianti rinnovabili. Secondo Italia Nostra, la normativa non rispetta le priorità stabilite dalle direttive europee, che prevedono l’installazione di impianti su superfici artificiali ed edificate, come infrastrutture di trasporto, parcheggi, siti di smaltimento dei rifiuti e aree industriali. In Sardegna e nelle regioni del centro-sud Italia, i ritardi nella pianificazione territoriale stanno favorendo l’installazione indiscriminata di grandi impianti energetici, bypassando l’obbligo di Valutazione Ambientale Strategica.

Un ulteriore aspetto controverso è rappresentato dal Decreto Draghi del 29 marzo 2022, che, in contrasto con il Regolamento sulla Tassonomia dell’UE, finanzia progetti di metanizzazione in Sardegna, un combustibile fossile altamente inquinante. Questo decreto, secondo la denuncia, è in netto contrasto con il principio di “non arrecare danno significativo” all’ambiente, previsto per il finanziamento di opere nel contesto del Dispositivo di Ripresa e Resilienza dell’Unione Europea.

Italia Nostra Sardegna accusa inoltre il governo di favorire la speculazione nell’ambito delle energie rinnovabili, ignorando l’Articolo 41 – Diritto ad una buona amministrazione, che garantisce il diritto di ogni cittadino ad essere ascoltato prima dell’adozione di provvedimenti che possano arrecargli pregiudizio.

Attraverso questa denuncia, l’associazione riafferma il suo impegno per una transizione energetica equa e sostenibile, che rispetti le comunità locali e tuteli l’ambiente, il territorio e il paesaggio, opponendosi fermamente alla speculazione energetica.

La preoccupazione per le politiche energetiche non è nuova in Sardegna. Già nel 2010, le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra avevano espresso una forte opposizione contro la realizzazione di una centrale eolica off shore nel Golfo di Cagliari, progettata dalla Trevi Energy s.p.a. Questo progetto prevedeva l’installazione di 33 torri eoliche alte 90 metri, per una potenza complessiva di 99 MW, e una vasta area di intervento che avrebbe coperto l’intero primo tratto occidentale del Golfo di Cagliari, compreso tra Giorgino e Su Guventeddu. Le associazioni denunciarono come un’opera di tali dimensioni avrebbe comportato l’interdizione di qualsiasi uso pubblico del mare, dalla pesca alla navigazione da diporto, e gravi interferenze con i flussi dell’avifauna migratrice.

Le critiche delle associazioni si concentravano anche sulla mancanza di una pianificazione regionale coerente con le esigenze del territorio. Secondo Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, i numerosi progetti di centrali eoliche off shore presentati negli anni, tra cui sei nel Golfo di Oristano e nel Golfo degli Angeli, erano dettati più da logiche speculative che da reali necessità energetiche. Le associazioni accusavano gli “industriali del vento” di sfruttare il territorio a discapito della collettività, ribadendo la necessità di una pianificazione che tenesse conto delle peculiarità ambientali e culturali della Sardegna.

La questione delle speculazioni legate all’energia eolica ha avuto ulteriori sviluppi con le indagini della Procura della Repubblica di Avellino, che portarono a misure cautelari contro il presidente dell’Associazione Nazionale Energia del Vento (A.N.E.V.), Oreste Vigorito, e altri imprenditori del settore. L’indagine riguardava una presunta associazione a delinquere finalizzata alla truffa nell’ottenimento di contributi pubblici per la costruzione di parchi eolici, tra cui sette parchi nella provincia di Sassari, a Ploaghe. Questi eventi, secondo le associazioni, dovrebbero spingere a una maggiore cautela nei confronti del proliferare incontrollato di impianti eolici.

La denuncia di Italia Nostra Sardegna non è un episodio isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di opposizione alle politiche energetiche nazionali che sembrano favorire le grandi imprese a scapito della sostenibilità e delle comunità locali. La Sardegna, con il suo patrimonio naturale e culturale, rischia di diventare terreno di conquista per speculatori interessati più agli incentivi finanziari che al rispetto dell’ambiente.

La sfida per il futuro sarà quella di trovare un equilibrio tra la necessità di sviluppare fonti energetiche rinnovabili e il dovere di proteggere il territorio e le sue comunità. Solo attraverso una pianificazione attenta e una partecipazione attiva dei cittadini si potrà garantire una transizione energetica che sia davvero equa e sostenibile.

 

 

La denuncia presentata alla Commissione Europea:

IN_DenunciaCommissioneUE_Rinnovabili

 

Fonti:

Notizie dai parchi – Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra su impianti eolici in Sardegna 

ANSA Sardegna – Rinnovabili: Italia Nostra Sardegna ricorre a UE contro il Governo

Il Manifesto Sardo – Sulle rinnovabili il governo Italiano viola il diritto comunitario?

L’Unione Sarda – Rinnovabili, Italia Nostra denuncia il governo alla Commissione Europea

Italia Nostra – Denuncia di Italia Nostra Sardegna per una transizione energetica equa e sostenibile

Cagliari Tomorrow – Italia Nostra Sardegna denuncia il governo italiano alla Commissione Europea ..

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