Il Ministero e le Regioni stanno lavorando per identificare le aree colpite da questo flagello. Emergono con drammatica crudezza i numeri di una situazione che di ora in ora è sempre più allucinante, a rischio un’intera comunità di pescatori. 

Il presidente del Flag Nord Sardegna (gruppo d’azione locale per lo sviluppo della pesca), Benedetto Sechi dichiara: «Non possiamo permetterci che una specie alloctona fortemente infestante come il granchio blu si diffonda in un ecosistema delicato come quello della Sardegna. Intervenire ora significa provare ad evitare di dover raccogliere i cocci dopo, perché il granchio blu certo non aspetta i tempi della burocrazia italiana» e ancora: «il rischio è concreto e le imprese del comparto sono in fermento, chiedono rassicurazioni e guardano alle istituzioni per essere tutelate e proteggere investimenti e capitali. La mobilitazione» secondo Sechi «deve essere puntuale e deve coinvolgere tutta la filiera. È ormai noto che una delle migliori forme di eliminazione di questa specie invasiva è quella legata al consumo alimentare. Bene, coinvolgiamo da subito la filiera, distribuzione e ristorazione, creiamo un mercato che ancora non c’è e facciamo fronte comune». 

Ma non basta, occorre concentrare ogni sforzo sull’emergenza i cui effetti sociali ed economici esploderanno a breve. 

Oltre che pensare alla ristorazione o a come cucinare questa piaga, occorre attivare ogni canale istituzionale che consenta di far sopravvivere queste zone. 

L’Alleanza delle Cooperative Italiane e FedrAgripesca si appellano ai ministri, ai governatori e agli assessori delle zone interessate affinché si alzi il livello di attenzione politico ed istituzionale. 

Occorrerà con urgenza congelare il pagamento di tasse, contributi, rate di mutui e quant’altro gravi su cooperative, imprese, lavoratrici, lavoratori e famiglie che dovranno affrontare un’emergenza la cui lunghezza nessuno può prevedere. 

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