Nasce FedAgriPesca, la federazione per la cooperazione agroalimentare e della pesca, con Presidente Giorgio Mercuri e vicepresidente con delega alla pesca Paolo Tiozzo.

E’ stata presentata dal presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini,  come una filiera tre volte italiana perchè lavora materie prime italiane, produce e paga le tasse in Italia con lavoratori regolari.

« Le cooperative sono una fetta molto importante dell’agroalimentare nazionale: infatti rappresentano il 70% del latte, il 60% del vino, il 50% dell’ortofrutta del nostro Paese. Questa è la nostra specificità, queste le nostre radici, questa è la nostra forza. Chiediamo al governo di mettere al centro le filiere e i produttori per lo sviluppo dell’agroalimentare made in Italy che ha bisogno di reciprocità verso i competitor europei, stesse regole per tutti. »

Nei prossimi anni si dovranno sfamare 9.700 milioni di persone, affrontano nuove sfide come il cambiamento climatico, aumento della popolazione e riduzione delle superfici coltivabili. Inoltre stanno cambiando le abitudini dei consumatori e gli stili di vita: preponderante è lo sviluppo dell’e-commerce e di un processo di compra-vendita che avviene sempre più online, con tendenze verso prodotti sempre più biologici, prodotti “senza” ( OGM, glutine, lattosio, etc..)e “healthy food”: salute e sostenibilità ambientale sono le direttrici del nuovo consumo.

Occorre innovare e investire in tutta la filiera a livello europeo: se non si adottano delle politiche di cambiamento rispetto a quanto prodotto fino ad oggi, sopratutto per quanto riguarda i prodotti monouso e quelli non riciclabili, entro il 2050 in mare ci sarà più plastica che pesci.

Per quanto riguarda l’approccio col consumatore, i prodotti alimentari e il settore food necessitano ancora di negozi fisici e di centri di distribuzione, valorizzando i territori locali, le filiere corte e insistendo sulla retorica del km0.

Per fare ciò, come ha sottolineato Cris Nulli, Head of Fmcg-Food di Facebook, le imprese hanno possibilità di presentarsi sul mercato e modalità di comunicazione coi propri destinatari mai avute prime e l’opportunità, da cogliere, di avere un rapporto diretto col consumatore.

E’ importante che l’Europa dia un quadro di norme comuni, sopratutto a tutela del tema dell’etichettatura, che deve essere ‘chiara e trasparente’ ovvero contenere data e provenienza a garanzia della qualità e dell’attenzione alla salute dei prodotti mad in italy.

A riguardo, è interventuto il vicepresidente del gruppo Barilla spiegando:

« Da trent’anni produciamo sempre lo stesso prodotto, ma tutto ciò che c’è dietro è cambiato. Bisogna concentrarsi temi della sostenibilità e dell’attenzione al territorio, all’innovazione, e puntare su un made in Italy che non sia vuota etichetta ma contenuto ».

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